Il quotidiano cartaceo e online: differenze e similitudini

Il giornalismo è in evoluzione. La comunicazione digitale si sta facendo sempre più strada. Tradizione o innovazione? Il quotidiano online sta davvero sostituendo quello cartaceo?

Con l’avvento del computer e di internet, il giornalismo tradizionale è cambiato profondamente. In pochi anni le maggiori testate mondiali hanno adottato, assieme al cartaceo, un nuovo modo di comunicare con i lettori e di diffondere le notizie. È nato il giornalismo 2.0.

Giornalismo cartaceo vs giornalismo online

Un chiaro esempio è il “The Guardian” che, fondato nel 1821, si è da sempre contraddistinto tra i quotidiani cartacei all’avanguardia. Grazie alla sua impeccabile organizzazione delle notizie, nel 2013 è diventato il quotidiano online per eccellenza e attualmente sta guadagnando molto successo anche su Instagram.

IL QUOTIDIANO CARTACEO E QUELLO ONLINE A CONFRONTO

Le 5W

L’obiettivo dei quotidiani, siano essi cartacei o online è quello di informare il lettore. Per far sì che questo avvenga nel modo più semplice e comprensibile possibile, i giornalisti sono soliti seguire la cosiddetta regola delle 5W.

Nonostante questo, sono molti gli aspetti da analizzare.

  • Diffusione delle notizie. Il web ha ridotto drasticamente il tempo di trasmissione delle notizie, facendo quasi coincidere il momento dell’accaduto con la diffusione della notizia. Una rapidità che va oltre ogni confine e che, naturalmente, il quotidiano cartaceo non garantisce.
  • Aggiornamento. Una volta stampato, il quotidiano cartaceo non è modificabile. Al contrario, un articolo online può essere aggiornato costantemente, permettendo al giornalista di “stare sul pezzo”.
  • Formato. Il quotidiano cartaceo prevede due tipi di formato: quello tascabile e quello normale chiamato “formato lenzuolo”. I quotidiani online si sono subito adattati alle dimensioni dei nuovi mezzi di comunicazione. Pertanto l’informazione è accessibile a tutti, su qualsiasi dispositivo.
Dispositivi di comunicazione digitale
  • Lunghezza. Nel giornalismo cartaceo la lunghezza dell’articolo è definita da esigenze redazionali e dall’importanza che viene data alla notizia stessa. Il giornalismo online non prevede alcun limite di spazio.
  • Parole chiave e linguaggio SEO. Il giornalista online a differenza di quello cartaceo deve scrivere gli articoli tenendo conto di alcune buone prassi che permettono al testo di poter essere visualizzato tra i primi risultati di ricerca.
  • Organizzazione di informazioni: la prima pagina. Confrontando la prima pagina dell’edizione cartacea de “Il Messaggero” con la corrispettiva online si evince fin da subito la dinamicità di quest’ultima. A differenza dei quotidiani cartacei infatti, le notizie sono organizzate secondo categorie ben precise e (anche se datate) sono reperibili in qualsiasi momento. Sono presenti inoltre immagini, infografiche, video, dirette streaming e aggiornamenti in tempo reale.
Prima pagina de Il Messaggero (martedì 9 giugno 2020)

Leica
  • Immagini. I primi quotidiani cartacei non avevano immagini. Apparivano come semplici blocchi di testo. Poco a poco si è iniziato ad utilizzare le vignette fino a quando, con l’introduzione della Leica, è stato possibile stampare le foto insieme al giornale. Nei quotidiani online le immagini svolgono una funzione principale poiché attirano l’attenzione del lettore e fanno sì che la notizia abbia una maggiore diffusione.
  • Link ipertestuali. L’ipertestualità permette al lettore del quotidiano online di approfondire una notizia relativa all’articolo. I link possono rimandare ad articoli della stessa testata o ad articoli esterni.
  • Interattività. Il giornalista online a differenza di quello cartaceo può confrontarsi in tempo reale con i lettori attraverso email, commenti, social network ecc.
  • Fake news. Internet è un mondo vasto, e il rischio di incappare in notizie inventate, ingannevoli o distorte è sempre dietro l’angolo.

Ad oggi sembra che per una ragione o per l’altra il giornalismo online stia superando l’uso dei quotidiani cartacei.

E voi, da che parte state?

A cura di Veronica Barbante.

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