Il Libro Perduto del Dio Enki

Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? L’esistenza del genere umano è da sempre un grande punto interrogativo attorno al quale ruotano opinioni e teorie contrastanti.

Abbiamo sempre messo religione e scienza a confronto. La Bibbia parla di Creazione riferendosi ad un Dio onnipotente, che ha creato l’uomo a Sua immagine e somiglianza mentre la teoria dell’Evoluzione della Specie elaborata da Charles Darwin sostiene che l’uomo discende dalla scimmia e che è frutto di un processo evolutivo.

A queste due teorie principali si aggiunge quella di un uomo che pensa che la nostra esistenza sulla Terra sia dovuta ad un contributo alieno. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Il Libro Perduto del Dio Enki è un racconto epico di dei e uomini che si svolge parallelamente alla Bibbia e che mette in discussione molte delle nostre certezze sul passato e sul futuro.

Partiamo dall’inizio. Ci troviamo a Ninive, una città a nord dell’Iraq originariamente abitata dai Sumeri della Mesopotamia. Qui, nel 1842 un archeologo britannico di nome Austen Henry Layard scoprì, tra le rovine della biblioteca di Assurbanipal, un archivio contenente alcune tavolette d’argilla con iscrizioni cuneiformi. Risalenti al 3000 a.C, queste tavolette sono considerate le prime, e quindi le più antiche, fonti scritte.

Rappresentazione del dio Enki

Zecharia Sitchin, autore del libro, era un forte sostenitore della cosiddetta “teoria degli astronauti” come spiegazione dell’origine dell’uomo. Egli dedicò tutta la sua vita allo studio delle lingue semitiche ed era un esperto di civiltà Sumera, tanto da essere uno dei pochi studiosi in grado di poter decifrare i caratteri cuneiformi che tanto caratterizzavano le tavolette d’argilla ritrovate in tutto il Medio Oriente. Il suo lavoro di traduttore dei cosiddetti “libri perduti” lo portò a scoprire che la mitologia sumera attribuiva la creazione dell’uomo ad una presunta razza aliena comandata da Ea, cioè “Colui la cui casa è l’acqua”, successivamente rinominato Enki“Signore della Terra”.

Dalle interpretazioni date sembrerebbe infatti che il genere umano sia stato creato dai cosiddetti Annunaki, dèi descritti come giganti alti circa due metri e mezzo, la cui durata di vita superava i migliaia di anni terrestri.

Annunaki (Coloro che dal Cielo discesero sulla Terra)

Sitchin racconta che circa 445.000 anni fa nel Sistema Solare esisteva un dodicesimo pianeta chiamato Nibiru (Pianeta dell’Attraversamento) e che questi, come dei veri e propri astronauti, sarebbero arrivati sulla Terra insieme al loro comandante Enki alla ricerca di oro, l’unico metallo che per le sue caratteristiche avrebbe potuto risanare le condizioni dell’atmosfera del loro pianeta di origine.

Dopo essere ammarati in una delle distese d’acqua della Terra, precisamente a sud della Mesopotamia, in Medio Oriente, fondarono la città di Eridu (Casa lontano da casa).

Eridu

Con il trascorrere del tempo, l’insediamento iniziale si estese fino a diventare una Missione Terra completamente autonoma, munita di un Centro di Controllo Missione, di una stazione spaziale, di attività di estrazione mineraria e perfino di una Stazione di Passaggio su Marte.

Con il passare degli anni, stanchi del loro lavoro e a corto di manodopera, gli astronauti decisero di creare una razza che estraesse i minerali per loro. Così, grazie alla loro conoscenza della scienza pensarono bene di ricorrere alla manipolazione genetica e incrociare il loro DNA con quello di una specie di ominidi presenti in quella zona.

Gli Annunaki crearono così un ibrido sterile, maschio, fisicamente forte ed intelligente. Lo chiamarono “Lulu“, cioè “il mescolato, il misto”, il prodotto di una commistione di patrimoni genetici e ne clonarono un migliaio.

Tuttavia, in quanto ibridi, i Lulu non erano in grado di riprodursi e, nonostante le continue clonazioni dei medici, iniziarono presto ad estinguersi. Enki decise allora di ricorrere ad una seconda manipolazione genetica aggiungendo i geni cromosomici necessari per la procreazione sessuale. Così, nonostante la disapprovazione di Enlil, fratello di Enki, che temeva che una crescita incontrollata di questi esseri avrebbe potuto far fallire la loro missione, venne creato l’Adámá, da cui il biblico Adám (“quello della terra”, “il terrestre”). Crearono il Lavoratore Primitivo, il progenitore dell’uomo attuale, ovvero l’Homo Sapiens.

Leggendo il libro è inevitabile porsi degli interrogativi a riguardo. Cosa è successo davvero? Potrebbe questa storia essere in qualche modo veritiera? Esistono davvero delle razze aliene sul nostro pianeta? Entreremo mai in contatto con loro?

Ma soprattutto… in futuro saremo costretti anche noi a lasciare il nostro pianeta come hanno fatto gli Annunaki? Se pensiamo al periodo di pandemia che stiamo vivendo e al problema dei cambiamenti climatici che peggiora sempre di più, questo non sembrerebbe poi così assurdo.

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